Continua a toccarmi fino a quando le ultime note si spengono e io mi volto a guardarla. Ha le guance rigate di lacrime e se le sta asciugando furtivamente. Le blocco le mani e me le porto alle labbra. Non so neanch’io perché.
Avrò la forza di andare fino in fondo?
«Piangi» dico piano.
«Sì.»
«Per qualcosa che ho fatto o detto?» chiedo.
«No.»
«Posso fare qualcosa per te?»
«Sì, puoi» si posiziona a cavalcioni su di me e mi guarda dritto negli occhi. «Dimmi quello che provi. Ho bisogno di sentirlo, qualunque cosa sia» sussurra poggiando una mano sul mio cuore.
Ho preparato questa scena decine di volte. So esattamente che cosa devo dire per farle credere di potersi fidare. Le parole del discorso si ammassano sulle labbra e non esce niente. Sono paralizzato da quello che provo e non dovrei provare.
Avrò la forza di andare fino in fondo?
Mi perdo nei suoi occhi e una voce che non sembra la mia pronuncia: «Ti amo, non ho mai smesso di farlo anche quando sembrava impossibile.»
Spalanca la bocca in una “o” perfetta e poi scoppia a piangere coprendosi il viso con le mani.
«Ehi! No, ti prego, non fare così, non volevo…» non so cosa dire in realtà, per cui faccio l’unica cosa giusta in certe circostanze. La abbraccio forte.
Si aggrappa a me come se potessi scomparire all’improvviso.
«Dimmi qualcosa» le soffio in un orecchio.
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