Ciao Marion, benvenuta! Siamo davvero onorate di ospitarti e poterti intervistare!
La prima domanda è di carattere personale. Chi sei fuori dal mondo della carta stampata? Raccontaci un po’ di te, siamo donne quindi siamo curiose!!
Salve, sono una psicologa e una mamma. Da sempre lettrice accanita di qualsiasi genere, sono una pessima cuoca, detesto i luoghi affollati e quando mi innamoro di una serie televisiva sono capace di passarci la notte. Sono una brava comunicatrice e mi piace stare a contatto con la gente. Sono testarda e divento aggressiva quando vedo situazioni di ingiustizia e spesso per questo mi metto nei guai. Prima di scrivere il mio primo libro non ero mai entrata su FB, anzi lo detestavo con tutta me stessa. Adesso riesco a vederne gli aspetti positivi, continuando a mantenere molte riserve su quelli negativi.
Come ti sei avvicinata al mondo della scrittura?
Io scrivo da sempre, anche se testi di altro genere. Dopo la nascita del mio secondo figlio, ho attraversato un periodo non proprio felice e la scrittura mi ha aiutato. Ho iniziato a scrivere quello che avrei voluto leggere e mi sono resa conto che mi piaceva tantissimo, mi rilassava e mi rendeva felice. Così ho continuato.
Parlaci delle tue opere. A quale sei più affezionata? Cosa significano per te?
Il mio primo amore è l’urban fantasy, ossia la mia serie “The Dark Side”. Ho scritto una saga fantasy e distopica, con tantissimi personaggi e un mondo tutto da scoprire. Secondo me il pregio è che ha la giusta dose di amore, sesso, avventura e azione. Piace sia agli uomini che alle donne e questa è stata la più grande soddisfazione. In seguito, quasi per gioco, ho scritto un romance, in realtà un chick lit, che ha poi ispirato la mia seconda serie la “Living NY”. Questa serie è un po’ un esperimento perché racchiude molti generi.
Nel secondo libro, che sto scrivendo, un romantic suspense, c’è una doppia storia d’amore tra un uomo e una donna e tra due uomini. Secondo me l’amore non ha confini predeterminati e quello che conta sono i sentimenti e le storie. In realtà, a me le classificazioni vanno un po’ strette e resto sempre ai confini tra più generi.
Quanto di te c’è nei tuoi personaggi?
In ognuno di essi, sia che siano buoni o cattivi, c’è una parte di me, di quelli che sono i miei valori e il mio background culturale, non potrebbe essere diversamente.
Hai qualche scrittore a cui aspiri? Chi sono i tuoi miti?
Per l’urban fantasy la Ward, anche se adoro la Adrian, la Cole, la Kenyon, la Harrison e la Gianinetto. Per il romance in realtà non ho un autore preciso, leggo tutto anche se non amo molto gli YA.
Se dovessi scegliere tre autori italiani con cui lavorare chi sceglieresti? Autori e autrici self e non, ovviamente!
La prima in assoluto è Paola Gianinetto con la quale è nata una bella amicizia dopo che l’ho stalkerataper la sua serie dei “Principi Azzurro Sangue”. Per fortuna non ha capito che sono pazza e quindi mi sopporta. La seconda, perché adoro quello che scrive e come lo scrive, è Nina Pennacchi, impazzirei per creare una cosa a quattro mani con lei, anche se so che abbiamo stili molto diversi. La terza è Katherine Keller dietro alla quale, in realtà, ci sono due autrici italiane che rispondono al nome di Patrisha Mar e Angela C. Ryan. Ho adorato i loro libri e spero che continuino a scrivere insieme.
Se potessi scegliere tre libri scritti da altri e farli diventare tuoi, quali sceglieresti e perché?
“L’Ombra dello scorpione” di King perché è il più bel romanzo distopico mai scritto. “Porpora” della Ward per le emozioni che è riuscita a trasmettermi e “Lemonade” della Pennacchi per come è scritto.
Se un regista ti proponesse di fare un film tratto da un tuo libro, con chi vorresti lavorare? (Per autori con più libri pubblicati: quale dei tuoi lavori vorresti vedere sul grande schermo?)
Il mio sogno è che domani un pezzo grosso della Netflix bussi alla mia porta proponendomi di scrivere la sceneggiatura per la mia serie urban fantasy. Come regista sceglierei uno qualunque dei registi di Game of Thrones o di Sons of Anarchy. Per la serie “Living NY” non saprei, forse David Frankel il regista del Diavolo veste Prada.
Quale genere di libri non riesci a leggere e/o a scrivere?
I dark romance e i libri che parlano di bondage. Non sono nelle mie corde e mi rendo conto che è un limite.
Qual è il libro che, secondo te, i nostri lettori dovrebbero leggere assolutamente?
“L’Ombra dello scorpione” di King.
Hai un tuo rituale per scrivere? Che so, devi scrivere prima su carta e poi su pc? Solo di notte e nel letto?
Io sono allergica alla carta, scrivo tutto su PC. Per non sottrarre tempo alla mia famiglia scrivo la notte, con le cuffie alle orecchie e musica, sempre.
Che ne pensano la tua famiglia, gli amici e conoscenti, del tuo talento?
A parte mio marito, e alcune amiche, non lo sa nessuno che scrivo. È una cosa mia che non condivido.
Ti sei affidato/a a lettori beta o ad amici per l’editing?
Esiste un solo modo per rendere un libro il più perfetto possibile, per come te lo eri immaginato. Fare un editing professionale rivolgendoti a un professionista che sa quello che fa e che ovvio si fa pagare per questo. Ho poi delle beta reader, amiche, forti lettrici, che leggono dopo che l’editing è finito per trovare gli ultimi refusi e le incongruenze.
Quale fatto non leggeremo mai in un tuo libro? Violenza, guerra, amore, ecc?
Non pongo limiti, se la storia lo richiede tutto è fattibile.
Qual è il tuo pensiero sul mondo del self publishing? Secondo te meglio pubblicare soli o con casa editrice di qualunque portata?
Io sono Adamo che ha rifiutato la mela e ha preferito restare nel suo paradiso terrestre, libero. A parte gli scherzi, ho ricevuto proposte da due grosse case editrici e ho rifiutato. A certe condizioni preferisco restare self. Mi diverto, sono libera, guadagno di più. Non troverò mai uno dei miei libri in libreria o nell’autogrill. Pace.
Spesso e volentieri, purtroppo, salta all’occhio qualche discussione: autori contro autori, lotte fra editori e così via. Perché secondo te succede? Pensi che ne risenta l’intero movimento o che siano fiammelle isolate?
Non mi metto mai in queste polemiche, sono sterili e dissacrano un’intera categoria. Quello che mi interessa è scrivere.
Ti facciamo ora qualche domanda secca… ci avviamo verso la fine dell’intervista!
Bianco e nero o tante sfumature?
Nero
Racconto in prima o terza persona?
Prima
Thriller o romanzo rosa?
Romanzo rosa
Contemporaneo o storico?
Storico
Cartaceo o digitale?
Digitale
Lettura sotto l’ombrellone o libro e cioccolata calda davanti al camino?
Ombrellone
Unico narratore o due punti di vista alternati?
Due punti di vista alternati
Ambientazione in Italia o in all’estero?
Estero
L’intervista è giunta al termine, purtroppo o per fortuna. Noi tre ti ringraziamo calorosamente per esserti prestato/a al nostro piccolo interrogatorio! In bocca al lupo per tutto!
Giulia Ilenia e Silvia
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