Voglio recensirvi un libro improbabile. Si tratta di BIG APPLE, primo volume della SERIE LIVING NY, scritta da Marion Seals. Una scoperta davvero grata, mi ha fatto emozionare, riflettere e ridere, ridere tanto!
Ci tengo a dirvi: LEGGETELO.
La trama ragazzi miei può risultare molto banale.
Lei, venticinquenne senza un soldo che vive nel Bronx, lui il suo capo miliardario.
I soliti cliché, direste.
No, per niente.
Credo che sia il romanzo più bello che abbia letto in questo primo mese dell’anno.
Fedora, o anche Dora mi ha conquistata subito. Una ragazza sveglia, in gamba che non si fa comprare, anzi. Furba com’è riesce sempre a spuntarla.
Un’arrivista? Una sfruttatrice? No. O meglio sfrutta le situazioni in modo che non sia l’unica a guadagnarci.
Si fa intimorire dai soldi? Puah, per carità. Non avete idea di chi sia allora Fedora!
Fedora è frizzante, brillante e molto molto buona. Umana direi. Anche se vive nel Bronx, uno dei peggiori quartieri di NY, non si lascia intimorire. E’ amica di Luther, un uomo nerboruto di colore che mette soggezione, e che nessuno ha intenzione di sfidare, se vuole sopravvivere. Aiuta Sorcio, o meglio Thomas, un ragazzo che per vivere ruba, per aiutare la nonna e la sua sorellina Judith. Il migliore amico di Dora è Randy, gay dichiarato in cerca di un uomo.
Lavora come assistente personale di Alexander Maximilian Stenton III. Beh, Alexander o meglio Lex è un rampollo viziato e sfacciatamente ricco che con il suo impero compra ogni cosa, i migliori libri li fa diventare BEST SELLER e le donne le raggira come vuole. Non ha intenzione di sposarsi, perchè mai con una di quelle ochette? A trentacinque anni il massimo a cui aspira è una donna di alti ranghi con cui sfornare qualche erede.
Meredith non sarà mai l’assistente ideale per me, questo è certo. Fedora, quando la chiamo, ha l’intelligenza di stare zitta e aspettare che parli io, fa esattamente quello che le chiedo e come glielo chiedo. Quando è necessario correggere qualche mia svista lo fa con discrezione, senza doverne necessariamente parlare. Prepara un ottimo caffè turco, corposo e forte, come piace a me, e trova sempre il regalo giusto per amici e parenti. Adesso che ci penso è la migliore assistente che abbia mai avuto. Eppure non so praticamene niente della sua vita, non so se frequenta qualcuno, se ha figli, fratelli, sorelle. Abbiamo sempre parlato solo di lavoro in questi due anni. Delle altre impiegate conosco molte più cose. Meredith per esempio, nonostante la sua indubbia disposizione ad allargare le gambe, è fidanzata con un giovane broker di Wall Street e stanno pensando di sposarsi a fine anno.
Lex però non ha ben idea a cosa andrà in contro chiedendo la collaborazione di Dora.
Non ha idea che Dora, sì, la sua assistente è così fredda e calcolatrice.
Tanto che è obbligato a vivere, il tempo necessario per la stesura di un importante manoscritto, a casa di lei, nel Bronx!
«Ti meriti un premio.»
«Ok.»
«Spogliati. Per me.»
«Adesso?» chiedo leggermente stupita.
Domanda del cavolo! Non sono mica un timer da programmare per dopo.
«Non farmelo ripetere Fedora. Se lo farai nel modo giusto sarò molto generoso.»
Adoro quando gli uomini fanno così, quando danno ordini. Anni di emancipazione femminile buttati al vento
perché il maschio con la clava ci piace, e molto. Poi potete raccontarvi tutte le bugie che volete e infiocchettarle di romanticismo, ma la sostanza non cambia.
Mi tolgo la maglietta con un movimento deciso. Lui dilata le narici e sorride. Mi slaccio i jeans e poi mi giro, abbassandoli lentamente fino ai polpacci. Li scalcio via dopo essermi tolta le scarpe da tennis usando solo i piedi. Le mie mani corrono al gancetto del reggiseno e lo slaccio con calma. Cade per terra seguito dagli slip. Mi volto e lo guardo: mani sui fianchi e un’espressione di sfida.
«Tocca a te. Se lo farai bene anch’io sarò generosa.»
Sorride e… vi ho mai parlato del sorriso di Lex? Non me lo ricordo, ma non importa, perché è impossibile da descrivere. Posso dirvi solo che ti fa dimenticare molte cose, compresa la ragione per cui dovresti odiarlo. Inizia a sbottonarsi la camicia con una lentezza esasperante. Arrivato all’ultimo bottone intravedo gli addominali, la parte del corpo di un uomo che, insieme al culo, trovo più sexy in assoluto.
Banale? In questo momento non è proprio il vocabolo che mi viene in mente per primo.
Si sgancia la cintura e poi la sfila dai pantaloni, con uno di quei movimenti che sembrano usciti da una scuola di striptease. In confronto la mia performance è da sala da ballo, per anziani. Con le scarpe usa la mia stessa tecnica, mentre i jeans riesce a toglierli come se seguisse il ritmo di una musica interna. Rimane in boxer e quando infila una mano sul davanti il mio cuore ha un sobbalzo erotico.
«Che cosa vuoi Fedora? Vuoi il tuo giocattolino?» e mi strizza l’occhio.
Meno male! Avevo il timore che la frase sul vibratore lo avesse offeso, invece sembra che magicamente lo abbia infiammato. Che fortuna!
«Certo che sì, non chiedo di meglio.»
Devo avere pure la bava alla bocca da quanto sono eccitata.
«Bene. Allora prendi quel cazzo di vibratore, che di certo hai da qualche parte, e datti da fare. Sono sicuro che
sarete felici insieme.»
Raccoglie i vestiti e si dirige in bagno, lasciandomi come un’idiota al centro della stanza, nuda e insoddisfatta.
Forse, dopotutto, si è offeso. E, prima che vi arrovelliate in cerca della risposta alla domanda che vi state ponendo, vi tolgo ogni dubbio: ovvio che ho un vibratore in casa.
Tutto questo Dora non lo fa per sfruttare i suoi soldi, la sua fama, il suo nome.
Anzi. Lo fa affinché il ragazzo si ridimensioni. Trovi le vere cose importanti nella vita e sfrutti le occasioni per redimersi dal cialtrone che non è altro.
Non può continuare a trattare tutte le persone che gli stanno intorno come piattole, e Dora non ne è intenzionata.
Ho letto di alcuni momenti e giuro, ho iniziato a ridere talmente forte che ho pianto.
Mi sono emozionata con Thomas e Lex. Quei due insieme faranno grandi cose!
«Ordiniamo le pizze?» propone Lex.
«Ci penso io» dico afferrando il telefono.
«Ricordati di…» inizia lui.
«Dire che sono per te» lo interrompo.
«Lo so, Lex. Con le mance che dai, te le avrebbero portate anche se tu fossi stato Custer a Little Bighorn.»
Sorride e mi fa la linguaccia. Un piccolo gesto spontaneo che mi fa battere il cuore. Questo non è l’uomo che conoscevo, non è l’uomo che ho sempre detestato. Spero che il vecchio Lex torni presto perché è più… rassicurante. Mi riscuoto e detto le ordinazioni, senza neanche chiedere: al salame per me e Lex, con le patatine per Thomas. Lex si siede sul divano e Thomas lo imita.
«Stasera ci sono i Giants» dice quest’ultimo eccitato.
«Lo so» ribatte Lex con lo stesso tono.
Non nasce come un contratto per il sesso e lavoro. No, quello viene da se.
Ma Dora non è intenzionata ad accalappiarsi uno come Lex, ma l’amore non si comanda…
Finché un tragico incidente non cambia l’ottica della vita dei due protagonisti.
Le premesse iniziali non saranno originali, ma vi assicuro che dopo i primi capitoli vi ri-crederete. Parola mia!
In fondo, a tutti è concesso… tre possibilità, giusto?? A patto che ci sia del corposo caffè turco!
Questo il link al blog http://inkinthewind.blogspot.it/2016/02/big-apple-by-marion-seals-recensione.html
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