Marion Seals è appena entrata nella mia personalissima lista di autrici italiane da tenere d’occhio. Ho scaricato l’estratto per valutare se segnalare o meno l’uscita di questo romanzo e dopo poche pagine ero già completamente assorbita dalla storia, affascinata dai personaggi carismatici e dallo stile fluido e super ironico dell’autrice. Finito l’estratto il dito è corso sul tastino “compra subito“. Non potevo fermarmi!
La trama potrebbe sembrare la solita storia: il miliardario affascinante e di successo e la ragazza giovane e ingenua che all’inizio si odiano, ma in realtà si salterebbero addosso alla prima occasione. Niente di più sbagliato! Se il plot può apparire quello ormai collaudato del romance più commerciale, i personaggi bucano le pagine sin dalle primissime righe. Fedora è tutto tranne che una verginella all’Anastasia Steel, è una giovane donna che sa quello che vuole dalla vita ed è decisa ad ottenerlo, facendo la gavetta necessaria e senza chiedere sconti. Ha dei solidi principi di vita, instillati dalla coppia di genitori più strana che si possa immaginare: il padre è un fisico teorico e democratico fino al midollo, la madre una hippy che pratica sesso tantrico e non ne fa mistero. Seppure così diversi, i genitori di Dora si amano e costituiscono per la figlia il modello di perfezione a cui aspirare. Peccato che non riesca a trovarlo nella vita vera, così si accontenta di avventure sessualmente soddisfacenti, ma che non la coinvolgono emotivamente. Si è trasferita nella Grande Mela con un obiettivo ben preciso in testa: diventare una brava editor, è nata per questo e pur di arrivarci è stata disposta, per due lunghi anni, a fare da segretaria e portare orribili caffè turchi al proprio capo: Alexander Maximilian Stenton III, Lex per gli amici.
Lex, al contrario di Dora, ha avuto come esempio di rapporto di coppia due genitori che vedevano il matrimonio come un mero patto d’affari, perché si sa, la cosa più importante è il denaro, e il potere che ne deriva. Lex quasi non vede le persone che lo circondano, per lui sono alla stregua di mezzi per raggiungere un fine: le donne quello di dargli orgasmi da urlo, i collaboratori quello di coadiuvare la sua salita verso l’Olimpo. E’ un repubblicano fatto e finito, soffre di un innato delirio di onnipotenza, non risparmia commenti sessisti e politicamente scorretti. E Dora lo disprezza con tutta se stessa. È l’unica donna che non lo guarda come se fosse un dio e questo lo disturba e lo confonde.
L’autrice è stata bravissima nella caratterizzazione dei personaggi. Pagina dopo pagina diventano sempre più vivi, più tridimensionali, più complessi. Evolvono lentamente, in modo credibile e doloroso, sia per loro stessi che per il lettore. Messi a stretto contatto per portare avanti un progetto lavorativo di fondamentale importanza, i due si troveranno a mettere in discussione le convinzioni di una vita, saranno costretti a farsi domane scomode e darsi ancor più scomode risposte. Il cambiamento più notevole ed evidente è di Lex, ma non sarà una cosa semplice, non vi aspettate di vedere il miliardario egoista ed egocentrico cambiare dall’oggi al domani, come se nulla fosse. Questo, a parer mio, è uno dei punti forti del romanzo. L’autrice non ha avuto fretta, si è presa tutte le sue 434 pagine per creare un’evoluzione credibile, per farci vedere con i nostri occhi le cose cambiare. Quello che parte come una mero rapporto lavorativo, per poi trasformarsi in una intensa relazione esclusivamente sessuale, diventa qualcosa di più, nonostante le negazioni dei nostri recalcitranti protagonisti, che continuano a resistersi a vicenda, tranne quando si tratta di sesso. Il sesso è l’unica cosa che va alla grande tra loro, sin dal principio.
Ho apprezzato che l’autrice non sia caduta nel cliché della femmina che, in preda agli ormoni, si lascia trattare di merda dal figo di turno, che freme non appena la sfiora con un dito. Dora ha le palle, e belle grosse. Lei e Lex hanno un rapporto alla pari, di continua sfida, di lotta alla supremazia ed è impossibile stabilire chi sia il vincitore. Quando cedono, lo fanno entrambi. E quando si intestardiscono, lo fanno entrambi.
“Per soffrire bisogna provare qualcosa e tu sai come sono. Per me certi uomini sono poco più che vibratori interattivi. Lui rientra nella categoria.” […] “Bambina, è repubblicano. Come hai potuto?” chiede Luther con un sospiro. “Non lo so, è ben confezionato e non ho letto con cura le istruzioni. Sospettavo lo fosse, è ovvio, ma cosa ti devo dire? C’è una prima volta per tutto. Comunque non l’ho comprato, ho solo provato il prodotto e adesso lo rimetto sullo scaffale, tranquillo.”
Quello che ho apprezzato di più, in ogni caso, è lo stile dell’autrice. Lo adoro. È scorrevole, ma non banale, divertentissimo ed ironico, ma non superficiale, ha una proprietà di linguaggio invidiabile, utilizza una varietà di vocaboli infinita (a parte qualche obnubilato di troppo), non annoia mai, non è mai troppo prolissa, né si perde in inutili descrizioni o viaggi mentali. La vicenda scorre via pagina dopo pagina, a un ritmo serratissimo. Descrive i battibecchi tra Dora e Lex in modo così naturale che sembra di vederli con i propri occhi e mi ha strappato più di una volta delle fantastiche risate. E io amo i libri che mi fanno ridere. Ma Big Apple non fa solo ridere e divertire, fa anche riflettere e in alcuni punti anche disperare, ammetto che ad un certo punto avevo gli occhi lucidi. E ancora di più dei libri che fanno ridere, amo i libri che fanno ridere e fanno piangere. Per me sono i migliori.
Altra nota positiva che non posso fare a meno di citare è l’incredibile ricostruzione dell’ambientazione. New York è un palcoscenico comune nei romanzi, ma anche in quelli americani a volte è spoglio e grigio, poco più di una scenografia abbozzata. In questo caso, al contrario, sembrava di essere là, non perché ci siano particolareggiate descrizioni dei luoghi, ma per l’aria che si respira. I frequenti riferimenti a personaggi pubblici, a spettacoli televisivi e film, ad abitudini e modi di dire americani, mi facevano sentire davvero la bandiera stelle e strisce sventolare sulla mia testa, mentre attraversavo i vicoli scuri e malfamati del Bronx.
Anche i personaggi secondari mi sono rimasti nel cuore: Thomas, il ragazzino del Bronx senza un futuro, la sua sorellina di due anni, Arch, il pompiere scozzese super sexy, Luther, il rude padrone di casa ex galeotto, Randy, l’amico protettivo e spudoratamente gay, Roger, l’autista più lento del mondo, Finnigan, la guardia del corpo tutta d’un pezzo, George, il maggiordomo tutto contegno e saggi consigli.
Un romanzo davvero bello, che mi sento di consigliare con tutto il cuore, mi ha fatto ridere, mi ha fatto emozionare, mi ha fatta piangere, mi ha fatto desiderare di prendere i protagonisti a badilate in testa, ma soprattutto, mi ha fatto innamorare. Consigliatissimo. Il primo 5 stelle del mio 2016.
Voto: 5/5
Questo il link al blog http://newadultitalia.blogspot.it/2016/02/recensione-big-apple-di-marion-seals.html#more
Commenti
Nessun commento ancora.